Non sappiamo se siete anche voi tra i 600 fortunati che stanno osservando – ma sarebbe meglio dire “toccando con mano” – le lacrime di Sophia Loren ricamate in rilievo sulla copertina di Vanity Fair edizione speciale: ma se lo siete, siamo orgogliosi ed emozionati di dirvi che…
Ben 600 copertine, 600 coppie di lacrime ricamate pazientemente e accuratamente, 600 copie di una delle riviste più importanti – Vanity Fair – ora nelle mani di 600 persone prescelte dalla redazione.
Tutto nasce dall’occasione di festeggiare il primo numero di “Vanity Fair” in formato maxi, e anche l’anniversario del direttore Luca Dini: 10 anni alla conduzione della rivista.
Ci vuole evidentemente qualcosa di speciale, di molto speciale… ma – come si può leggere in questo bel racconto dell’iniziativa sul sito di Vanity Fair – è l’artista italiano di fama internazionale Francesco Vezzoli a suggerire un nome che non ha bisogno di presentazioni: quello di Sophia Loren.
Ed ecco che la cover celebrativa prende l’immagine di uno dei volti più famosi al mondo, ma non finisce qui: la declinazione di questa idea trova una interpretazione originalissima e di alto valore artistico nella visione di Francesco Vezzoli:
Dagli occhi di Sophia Loren nasceranno due dolcissime lacrime, del prezioso color dell’oro… ricamate su carta.
E su questo “ricamate su carta” entriamo in scena – in questo ambito così straordinariamente importante e “glamorous” – anche noi di Anna Monti Italian Embroidery Experience.
Sono le nostre mani, infatti, che vengono chiamate a realizzare questa magnifica opera, che prende il nome di “Cassandra Crying 2016” (stampa inkjet su tela con ricamo metallico a mano).
Vi potete immaginare l’emozione e la responsabilità che abbiamo provato, nel realizzare un’opera di tale livello artistico, di tale importanza mediatica e… anche di tale difficoltà tecnica, perché certo non si può dire che sia stato un lavoro facile!
Ma, ora che è concluso e che tutti si sono detti contenti, ci possiamo permettere di esprimere, insieme al team di Vanity Fair, anche la nostra soddisfazione per aver affrontato e risolto nel modo giusto anche questa particolarissima sfida.
Per noi è sempre bello, inoltre, poter portare il nostro piccolo contributo “tecnico” a un’opera d’arte.
Approcciamo sempre questo tipo di progetto, infatti, con il piacere e la consapevolezza di chi – anche nei limiti del proprio ruolo operativo – apprezza i coté artisitici dei lavori, ogni volte che sono presenti (se ricordate, ne abbiamo parlato in occasione della collaborazione con l’artista Riccardo Beretta).